L'ultimo omonimo - 3 parte - Horror
La polizia e il proprietario del manicomio si infuriarono con me, ed io che sono una persona onesta, raccontai il fatto che avevo un po’ chiuso gli occhi e non ci avevo fatto caso alla spazzina. Se non fosse per il fatto che tutti quanti si tirano indietro per non avere il lavoro adesso sarei stato già in mezzo alla strada a chiedere l’elemosina. Comunque quello stesso giorno impiantarono delle telecamere e quindi mi feci un sonno profondo di 5 ore a casa mia per non essere attaccato dal sonno al lavoro.
Quella notte fui molto attento alle varie celle, le ho osservai tutte, una ad una. Ad un certo punto sentii un urlo dalla cella numero 2.
Arrivato lì, incominciai a vomitare , dopo che mi fui ripreso, chiamai la polizia. Il ragazzino riuscì a creare un meccanismo con le sbarre di ferro: la sua testa giaceva ad alcuni centimetri di distanza dal resto del corpo; sotto un lago di sangue era disperso sul pavimento della cella.
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